MissyGwendoline
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Joined: 4/12/2017 Status: offline
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Non so esattamente perché ma ho sempre avuto una attrazione per le donne più mature di me. Diciannove anni, sportivo, con un buon lavoro molte fidanzatine ed una famiglia davvero super non potevo desiderare di più, ma la mia sessualità era tutt’altro che matura e le tempeste ormonali della post adolescenza non mi facilitavano di certo. Era primavera e la giornata da fresca al mattino si era fatta torrida, rientravo a casa dal lavoro, l’autobus era poco affollato e l’umanità che mi circondava non era davvero interessante ma, quattro fermate prima della mia, ecco salire una donna che cattura tutta la mia attenzione. Non è bella secondo i canoni estetici ma a me fa l’effetto di un pugno nello stomaco. Magra, pochi fianchi e seno inesistente, una gran massa di capelli neri circonda un viso spigoloso, quasi sofferto. La bocca è sottile, il rossetto appena più scuro della sua carnagione che è abbronzata, le mani asciutte, le unghie di media lunghezza, appuntite com’è uso negli anni settanta, laccate di un rosso scuro che rimanda al rossetto. Mio Dio, ho il cuore che mi martella nel petto, il fiato corto e le gambe molli…davanti a me c’è la Dea dei miei sogni. Vorrei vederle gli occhi ma sono celati dietro ad un paio di occhiali da sole grandi e scuri… In cuor mio ho deciso di seguirla, per ottenere cosa non lo so, ma sono certo che non scenderò se non lo farà anche lei. Si regge agli anelli e contrasta gli scossoni del vecchio autobus con dei movimenti che a me sembrano una danza erotica. Sembra impaziente, muove il piede destro ed i lacco sottile che appare e scompare sotto i pantaloni sembra voler perforare il pavimento di linoleum. Spero che le mie gote non si imporporino ma questa donna mi sta facendo impazzire come mai nella mia vita è successo. Ecco…ha schiacciato il pulsante per richiedere l’arresto…mi muovo anch’io e la affianco davanti allo sportello centrale dell’autobus ma restando leggermente indietro rispetto a lei. Si aprono le porte, lei scende e gira a sinistra, io approfitto dello svantaggio per girare a destra. Attraversa la strada con passo svelto e si infila in uno stretto vicolo che scende la collina. Io mi affretto e giro l’angolo. Cavolo! È ferma, rivolta verso di me, si è tolta gli occhiali e mi sta fissando dritto negli occhi. Mi arresto, imbarazzatissimo. -Vorresti seguirmi fino a casa? Non aspetta la mia risposta. -Sono sposata e non voglio scocciature, cosa vuoi da me, non hai fatto altro che spogliarmi con gli occhi da quando sono salita in autobus. Vorrei dire qualcosa ma devo essere sul punto di svenire, la lingua si è incollata dietro alle mie labbra. non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Sono verdi, sembrano gli occhi di un animale, un felino…e mi sa che il topo sono io. Mi porge un biglietto. -Chiama il numero domani alle dieci precise, io sono Barbara. Si gira e se ne va, lasciandomi come un imbecille a guardarla. Mi odio! Ho avuto a venti centimetri da me una Dea e non sono riuscito a dire o a fare nulla… Vado a casa lentamente, rimuginando ciò che ho appena vissuto e chiedendomi se non sia stato uno dei miei sogni ad occhi aperti. La sera è infinita. La notte non dormo, vado al gabinetto e mi masturbo pensandola. Nella mia testa i suoi occhi e mormoro il suo nome Barbara, Barbara, Barbara…
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